Archive for the ‘top’ Category

Saturnalia

Saturday, December 25th, 2010

I Saturnali sono una delle più popolari festività romane, dedicate all’insediamento nel tempio del dio Saturno e alla mitica età dell’oro; si svolgevano dal 17 al 23 dicembre. Erano caratterizzati da grandi banchetti, sacrifici, in un crescendo che poteva anche assumere talvolta caratteri orgiastici. Una pratica dei festeggiamenti contemplava il sovvertimento dell’ordine sociale: gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente degli uomini liberi e, in alcuni casi, venivano serviti durante i banchetti dai nobili; veniva estratto a sorte un princeps -una sorta di caricatura della classe nobile- a cui veniva assegnato ogni potere. Inoltre l’usanza comprendeva anche lo scambio di doni, detti strenne.

I Saturnali hanno origine da quell’insieme di riti pagani che venivano realizzati in occasione delle celebrazioni del solstizio d’inverno. Tali tradizioni sono poi confluite nella celebrazione del natale cristiano.

Qui trovate una divertente interpretazione moderna dei saturnali in forma di fumetto, realizzato da Electric Sheep ormai molti anni fa.

Ciò che accadde ai tre

Friday, June 26th, 2009

Cercando ispirazione dalla mistica islamica pubblichiamo il riassunto di un celebre insegnamento attribuito al maestro sufi Murad Shami, capo dei Muradi, morto nel 1719.

altC’erano una volta tre dervisci, che si chiamavano Yak, Do e Se, e venivano rispettivamente dal Nord, dall’Ovest e dal Sud. Avevano una cosa in comune: erano tutti e tre in cerca della Verità Profonda e cercavano una Via.
Il primo, Yak-Baba, si sedeva in contemplazione finché gli veniva il mal di testa. Il secondo, Do-Agha, si teneva per ore sulla testa finché i piedi gli cominciavano a dolere. Quanto al terzo, Se-Qalandar, leggeva libri finché il naso non gli sanguinava.
Alla fine decisero di unire i loro sforzi: si ritirarono in un luogo appartato e cominciarono a eseguire i loro esercizi all’unisono, sperando di concentrare una quantità di sforzo sufficiente a provocare l’apparizione della Verità, che chiamavano la Verità Profonda.
Perseverarono così per quaranta giorni e quaranta notti. Infine, in un vortice di fumo bianco, come se sorgesse dal suolo, apparve la testa di un vegliardo. “Sei Khidr, la misteriosa guida degli uomini?”, chiese il primo. “No, si tratta del Qutub, il Polo dell’Universo”, disse il secondo. “Sono convinto che è uno degli Abdal. i ‘trasformati'”, sostenne il terzo.
“Non sono nessuno di loro”, ruggì l’apparizione, “ma sono ciò che voi credete che io sia. Ora, non desiderate tutti e tre la stessa cosa, ciò che chiamate la Verità Profonda?”.
“Si, maestro”, risposero in coro.
“Non avete mai sentito il detto: ‘Esistono tante vie quanti cuori umani?'”, chiese il vegliardo. “Comunque, ecco quali sono le vostre vie: il primo derviscio viaggerà nel paese degli idioti; il secondo derviscio dovrà scoprire lo Specchio Magico; il terzo derviscio chiederà aiuto al Ginn del Vortice”. Detto ciò, l’apparizione svanì.
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Butoh

Wednesday, April 1st, 2009

Il primo spettacolo butoh fu presentato ad un festival di danza giapponese da Tatsumi Hijikata nel 1959 col nome di Kinjiki, Colori Proibiti. Lo spettacolo, basato sull’omonima novella di Yukio Mishima, aveva per argomento l’omosessualità. L’immagine finale di Yoshito Ono, figlio di Kazuo Ohno, con un pollo vivo tra le gambe fu talmente oltraggiosa per la platea che lo spettacolo venne censurato spegnendo le luci sul palcoscenico, e Tatsumi Hijikata bandito dal festival ed etichettato come iconoclasta.

Hijikata continuò, nei suoi lavori successivi, a sovvertire le nozioni fondamentali della danza, ispirato anche da scrittori come Yukio Mishima, Lautréamont, Antonin Artaud, Jean Genet e de Sade. Le sue ricerche esplorarono i campi del grottesco, dell’oscurità, della decadenza. Hijikata è stato il primo a sviluppare una linguaggio coreografico del butoh, il butoh-fu (“fu” in giapponese significa parola), seppur poetico e surreale, che permettesse al danzatore di trasformarsi in animali o oggetti. Questa trasformazione coinvolge l’individuo prima sul piano psicologico e poi su quello fisico e si contrappone alla semplice imitazione dell’oggetto. Hijikata ha curato molte coreografie per Kazuo Ohno, il quale è considerato come uno dei più grandi danzatori di tutti i tempi e ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo. La sua notevole longevità artistica gli ha permesso di presentare al mondo il suo capolavoro Admiring la Argentina all’età di 70 anni nel novembre del 1977. Ha continuato a danzare fino a 95 anni.
(via: wikipedia.org)

Pornopropaganda

Friday, December 26th, 2008

Pubblichiamo da T.A.Z. di Hakim Bey, un interessante testo su poesia, pornografia e rivoluzione. Prendete e godetene tutti.

altIn Persia vidi che la poesia è fatta per essere messa in musica e cantata o recitata – per un solo motivo – perché funziona. Una giusta combinazione di immagine e melodia sprofonda il pubblico in un hal (qualcosa a metà uno stato d’animo emozionale/estetico e una trance di iperconsapevolezza), scoppi di pianto, attacchi di ballo – misurabile risposta fisica all’arte. Per noi, il legame tra corpo e poesia morì con l’era dei bardi – leggiamo sotto l’effetto di un gas anestetico cartesiano.

Nell’India del Nord anche la recitazione non musicale provoca rumore e movimento, ogni buon verso applaudito “Wa! wa!” con eleganti gesti delle mani, lancio di rupie – mentre invece noi ascoltiamo la poesia come un cervello da Fantascienza in una vasca – al massimo un amaro sorrisetto o una smorfia, vestigia di una scimmiesca apertura della bocca – il resto del corpo su qualche altro pianeta.

Nell’Est, a volte, i poeti venivano buttati in prigione – una sorta di complimento, visto che suggerisce che l’autore abbia commesso qualcosa di almeno reale quanto un furto, una violenza carnale o una rivoluzione. Qui ai poeti viene permesso di pubblicare ogni cosa – una sorta di punizione, in effetti, prigione senza mura, senza echi, senza una palpabile esistenza – reame ombra della stampa o del pensiero astratto – mondo senza rischio o eros.
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Tre vie per accrescere a propria intelligenza

Monday, December 15th, 2008

Ecco tre vie che Timothy Leary ci consiglia per accrescere la propria intelligenza:

alt

  • Continua ad espandere il raggio, le sorgenti e l’intensità delle informazioni che ricevi.
  • Rielabora continuamente le tue mappe mentali e i tuoi sistemi di credenze, cercando nuove metafore sul futuro per capire cosa sta accadendo ora.
  • Sviluppa reti esterne per incrementare la tua intelligenza. In particolare cerca di passare più tempo con persone intelligenti come te o più intelligenti di te.

Mai fischiare quando pisci

Saturday, November 1st, 2008

A grande richiesta pubblichiamo il famoso opuscolo di Hagbard Celine. Il lavoro di trascrizione è stato intensissimo per tutti noi, vogliate segnalarci eventuali refusi o imprecisioni. Un grazie ai Current 93 e ad Antony and the Johnsons per il supporto psichico.

altUna volta ho orecchiato due botanici mentre discutevano a proposito di una Cosa Dannata che era oscenamente sbocciata in un prato dell’università. Uno sosteneva che la Cosa Dannata era un albero, l’altro dichiarava trattarsi di un arbusto. Ciascuno avanzava ottimi argomenti da stuidoso, e li lasciai che stavano ancora discutendo.
Il mondo fa sbocciare in continuazione Cose Dannate, cose che non sono né alberi, né arbusti, né carne, né pesce, bianche o nere, e il pensatore categorico può solo considerare il mondo ronzante e aguzzo del dato sensoriale come un profondo insulto al suo sistema di classificazioni. I peggiori sono quei dati che violano il “buon senso”, quel tetro pantano di pigro pregiudizio e fangosa inerzia. L’intera storia della scienza è l’odissea di un archivista picchiato in navigazione perpetua tra queste Cose Dannate, costretto disperatamente a far ballare le sue classificazioni per poterle includere, esattamente come la storia della politica è futile epica di una lunga serie di tentativi d’allineamento delle Cose Dannate, per farle marciare in plotoni.

Ogni ideologia è un assassinio mentale, una riduzione dei processi viventi dinamici a classificazioni statiche, e ogni classificazione è una Dannazione, così come ogni inclusione è un’esclusione. In un universo affollato, ronzante d’energia, dove non esistono due fiocchi di neve identici, due alberi identici o due persone identiche, e la più piccola particella subatomica, così ci assicurano, non è identica a se stessa da un microsecondo all’altro, qualsiasi sistema di classificazione è una bugia raccontata a se stessi. “O, per metterla in modo più caritatevole” come dice Nietzsche, “siamo tutti artisti migliori di quanto non crediamo”.
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Programma massimo di eversione della moderna civiltà

Tuesday, September 9th, 2008

Testo di Luciano Bianciardi

altNon ricorremmo mai, Anna ed io, alle macchine orgoniche. Non ci chiedemmo
mai se al momento della ricreazione, l’interno della presentificazione si
presentificasse in una nuova presenza, che fosse a sua volta ripresentificabile
non nella memoria, ma soltanto in un nuovo atto creativo.
O se nell’atto sessuale ciascuno di noi si conoscesse come nascita del mondo
in sé e ritrovamento dell’altro in sé e di sé nell’altro.
Infatti oggi parlano così gli esperti. Altri numerosi tecnici del ramo vanno
dicendo che la nostra civiltà d’oggi vive all’insegna del sesso. L’insegna,
sì, il segno, l’ideogramma, il paradigma, il facsimile.
Dicono: guardate come oggi per vendere un’aranciata la si accoppia a un simbolo
sessuale, e così un’auto, un libro, un trattore persino. A un simbolo, certo,
ma non al sesso reale. Un simbolo che funziona in vista di qualche altra
cosa. Tu, dicono in sostanza, desidererai il coito per arrivare a. Mai il
tuo desiderio, dioneliberi, sia per il coito in sé. Deriva da qui l’attivismo
ateleologico della civiltà moderna, da qui deriva, aggiungiamo pure, lo scadimento
della professione meretricia.
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Tu non sei punk

Friday, September 5th, 2008

Riportiamo volentieri le parole di un nostro ispiratore cosmico, Penny Rimbaud, membro di quanto meglio lo spirito punk anarchico abbia prodotto negli anni 80: i CRASS.

alt
Non ho nessun legame con il punk come genere musicale. Non l’ho mai avuto. Il punk per come lo concepivo io aveva un obiettivo politico. Quello che viene definito ‘punk’ oggi è qualcosa di assolutamente vuoto e senza palle.

Io sono davvero convinto che se non fosse stato per i Crass e per il movimento che abbiamo creato, il punk oggi sarebbe ricordato solo come una delle tante maschere del carnevale del rock ’n’ roll; il solito spirito vestito con un costume diverso. I Pistols di certo non hanno fatto niente che fosse più estremo di Elvis, l’unica differenza è che Elvis sapeva gestirsi la droga molto meglio di loro.

I Crass volevano cambiare il mondo, e per certi aspetti ci siamo riusciti, ma non quanto avevamo programmato. Volevamo mettere in crisi le istituzioni principali dello Stato e tutto ciò che esse rappresentano. Ci siamo spinti molto oltre per farlo. La spacconata rock ’n’ roll di suonare in un gruppo è stato solo il punto di partenza.

Quello che abbiamo fatto come attivisti politici è stato molto più importante della musica. Abbiamo sempre cercato di andare oltre l’essere un semplice gruppo. Nella nostra storia abbiamo avuto incontri e scontri di tutti i generi: la Baader-Meinhof, il KGB, la CIA, l’IRA, il MI6, Margaret Thatcher. Fate voi un nome, hanno provato tutti ad attaccarci. Se paragoni le nostre attività con il fare i coglioni su un palcoscenico ti rendi conto quanto eravamo avanti. Alla fine per noi le performance erano qualcosa di secondario.

Il punk finito nelle mani dell’industria dello spettacolo è una farsa totalmente insensata. Non significa niente.
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Le sette regole dell'arte di ascoltare

Friday, August 8th, 2008

Volentieri citiamo Marianella Sclavi:

alt 1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.   

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.

7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad   ascoltare, l’umorismo viene da sè.

(text by: Marianella Sclavi)

Manifesto dell’Internazionale Edonista

Monday, July 7th, 2008

altGrazie ad un nostro nostro fratello in terra germanica, scopriamo e segnaliamo l’Internazionale Edonista.

Entusiasti ne pubblichiamo il manifesto:

  • vuole gioia, piacere, godimento e libero arbitrio per tutti gli esseri umani!
  • vuole gioia di vivere insieme, libertà, anarchia, le idee di Epicuro, una felicità colorata, sensualità, spregiudicatezza, amicizia, giustizia, tolleranza, libertà sessuale, pace, sostenibilità, il diritto all’informazione, l´arte, il cosmopolitismo, un mondo senza frontiere e senza discriminazioni dove tutte le cose belle della vita che o non esistono o sono ancora alla portata di pochi, possano essere beneficiate da tutti.
  • non è un´organizzazione ma un´idea che viene formulata da ogni singolo individuo. Ognuno è responsabile delle proprie azioni. Gli edonisti e le edoniste si uniscono nelle più diverse costellazioni di alleanze per entrare in azione con o senza un motivo specifico.
  • Riconosce che la strada per una vita felice è lunga e tortuosa. Non c´è un metodo preciso, ma tanti. Le idee nascono ovunque. Nessuna ideologia, nessun programma, nessuna presidentessa saggia, nessuna leader, ma piuttosto un processo di presa di coscienza a cui ognuno contribuisce con le proprie idee e azioni.
  • Non sa come possono essere realizzati gli obiettivi, ma sa che qualcosa deve succedere per raggiungere la libertà e il piacere per tutti.
  • è convinta che la politica e l´attivismo possano essere un bel gioco, ma dove inizia la gerarchia, finisce il gioco. E quando il gioco finisce inizia la gerarchia.
  • Vede l´edonismo non come motore di un´ottusa e materialista società del divertimento, ma come possibilità di miglioramento.
  • È convinta di voler vivere in un mondo in cui un elevato sviluppo tecnologico permetta all’intera umanità una vita senza costrizione al lavoro e senza sfruttamento, bensì votata alle arti e alle cose belle.
  • Si basa sulla collaborazione e sulla libera associazione tra pari.
  • È convinta che anche il minimo avvicinamento agli obiettivi dell’edonismo possa migliorare la posizione di partenza. Amplierà la possibilità di risolvere futuri contrasti.
  • Crea aree ed eventi edonistici temporanei per mostrare concretamente le proprie idee e obiettivi.
  • Spera che ai contrasti si accompagni un´autoriflessione sorridente. Solo questa eviterà di sentirsi troppo importanti.
  • Si assegna i colori: rosa, nero, oro, argento, bianco.
  • Vuole gioia, libertà, tutto!

C´è spazio sufficiente per tutte le idee: fate quello che volete, non quello che dovete!