Archive for the ‘maya’ Category

Dreamachine

Thursday, January 13th, 2011

You are the artist when you approach a Dreamachine with your eyes closed.
What the Dreamachine incites you to see is yours… your own.

Brion Gysin, William Burroughs and the dreamachine

The brilliant interior visions you so suddenly see whirling around inside your head are produced by your own brain activity. These may not be your first glimpse of these dazzling lights and celestial coloured images. Dreamachines provide them only just as long as you choose to look into them. What you are seeing is perhaps a broader vision than you may have had before of your own incalculable treasure, the jungian sort of symbols which we share with all normally constituted humanity. From this storehouse, artists and artisans have drawn the elements of art down the ages. In the rapid flux of images, you will immediately recognise crosses, stars, haloes… woven patterns like pre-Columbian textiles and Islamic rugs… repetitive patterns on ceramic tile… in embroideries of all times… rapidly fluctuating serial images of abstract art… what look like endless expanses of fresh paint laid on a palette knife.
(words by: Brion Gysin)

Al rogo! Al rogo!

Sunday, August 23rd, 2009
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“Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco.”
(words by: Giordano Bruno – image by: george)

Inconscio

Wednesday, July 15th, 2009
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“La magia è l’inconscio della tecnologia”
(words by: Erik Davis – art: The Major Arcana by John Coulthart)

Ciò che accadde ai tre

Friday, June 26th, 2009

Cercando ispirazione dalla mistica islamica pubblichiamo il riassunto di un celebre insegnamento attribuito al maestro sufi Murad Shami, capo dei Muradi, morto nel 1719.

altC’erano una volta tre dervisci, che si chiamavano Yak, Do e Se, e venivano rispettivamente dal Nord, dall’Ovest e dal Sud. Avevano una cosa in comune: erano tutti e tre in cerca della Verità Profonda e cercavano una Via.
Il primo, Yak-Baba, si sedeva in contemplazione finché gli veniva il mal di testa. Il secondo, Do-Agha, si teneva per ore sulla testa finché i piedi gli cominciavano a dolere. Quanto al terzo, Se-Qalandar, leggeva libri finché il naso non gli sanguinava.
Alla fine decisero di unire i loro sforzi: si ritirarono in un luogo appartato e cominciarono a eseguire i loro esercizi all’unisono, sperando di concentrare una quantità di sforzo sufficiente a provocare l’apparizione della Verità, che chiamavano la Verità Profonda.
Perseverarono così per quaranta giorni e quaranta notti. Infine, in un vortice di fumo bianco, come se sorgesse dal suolo, apparve la testa di un vegliardo. “Sei Khidr, la misteriosa guida degli uomini?”, chiese il primo. “No, si tratta del Qutub, il Polo dell’Universo”, disse il secondo. “Sono convinto che è uno degli Abdal. i ‘trasformati'”, sostenne il terzo.
“Non sono nessuno di loro”, ruggì l’apparizione, “ma sono ciò che voi credete che io sia. Ora, non desiderate tutti e tre la stessa cosa, ciò che chiamate la Verità Profonda?”.
“Si, maestro”, risposero in coro.
“Non avete mai sentito il detto: ‘Esistono tante vie quanti cuori umani?'”, chiese il vegliardo. “Comunque, ecco quali sono le vostre vie: il primo derviscio viaggerà nel paese degli idioti; il secondo derviscio dovrà scoprire lo Specchio Magico; il terzo derviscio chiederà aiuto al Ginn del Vortice”. Detto ciò, l’apparizione svanì.
(more…)

Illusioni artificiali

Sunday, June 21st, 2009
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“La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare. Sappiamo che esse sono il semplice risultato di accidenti o punti di vista, ma non abbiamo nulla da guadagnare ad abbatterle. E infatti, è straordinariamente insensato voler abbattere con un forcone da stalla un miraggio che non è mai esistito. Penso che all’uomo assennato convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente, conscio del fatto che, siccome la realtà non esiste, non c’è niente da guadagnare e molto da perdere nel buttarle via. Ancora, non esistono fantasie preferibili ad altre, perché la misura del loro valore dipende dal rispettivo grado di adattamento alla mente che le contiene.”

(words by: Howard Phillips Lovecraft – art by: andreco)

Il rifugio

Saturday, March 14th, 2009


“La natura si è mostrata generosa creando per i deboli e gli impazienti il rifugio della follia che li protegge dall’atmosfera soffocante di questo mondo plasmato da secoli di culto del denaro e degli dèi.”

(words by: René Magritte – art by: Lothar Wolleh)

Ferite

Thursday, January 1st, 2009
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“Le giornate del bambino sfuggono al tempo degli adulti, sono del tempo gonfiato dalla soggettività, dalla passione, dal sogno abitato di reale. Fuori, gli educatori vigilano, attendono orologio alla mano, che il bambino entri nella danza delle ore. Essi HANNO il tempo. E il bambino sente dapprima come un’intrusione estranea l’impostazione da parte degli adulti del tempo loro proprio; poi finisce per soccombervi, acconsente ad invecchiare. Ignorando tutto dei metodi di condizionamento, si lascia prendere in trappola, come un giovane animale. Quando, detentore delle armi della critica, vorrà puntarle contro il tempo, gli anni l’avranno trascinato lontano dal bersaglio. Porterà l’infanzia nel cuore come una ferita sempre aperta.”
(word by: John Zerzan, from: Ammazzare il Tempo)

Gli oggetti non sanguinano

Sunday, December 28th, 2008
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“Coloro che pesano del peso morto delle cose moriranno come delle cose.”
(words by: Raul Vaneigem – art by: Andres Serrano)

Denaro

Tuesday, December 23rd, 2008
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“Tutto il denaro è buffo, se ci fermiamo a riflettere un attimo (quello usato attualmente negli Stati Uniti, per esempio, vale in realtà il 47% del valore nominale dichiarato), ma nessuna valuta privata in competizione sul libero mercato potrebbe mai rivelarsi altrettanto comica (e tragica) quanto le banconote che ora portano il magico sigillo dello Zio Sam, e vengono sostenute solo dalla sua promessa (o minaccia) che, tuoni o lampeggi, per Dio, le renderà valide tassando i nostri discendenti per infinite generazioni solo per pagarci su gli interessi.
Il cosiddetto Debito Nazionale è naturalmente solo il denaro dovuto ai banchieri che hanno prestato soldi allo Zio dopo che lui gli ha gentilmente concesso il credito che ha permesso questo prestito.”


(words: Robert Anton Wilson – art via: newyorker )

Ora!

Saturday, October 18th, 2008
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“…Non c’è futuro. Il futuro è una scatola vuota in cui metti tutte le tue illusioni. Tutto quello che non hai fatto, tutto quello che avresti voluto fare… lo metti nel futuro.
E anche il passato è solo memoria, una scatola chiusa in cui hai messo quello che ti piace mettere e da cui hai cacciato quello che non ci vuoi.
Anche il passato è inesistente, in fondo.
L’unica cosa vera è che ora siamo qui.
Ora. Qui. Eccoci qua.
Ora ci siamo. “


(words by: Tiziano Terzani – art by: Alexy Titarenko)