Penitenti e autoflagellazioni, appunti brevi
Finalmente riusciamo a mettere in ordine alcuni post sulle pratiche religiose di autoflagellazione, ringraziamo per i contributi orgone, carl0z e void.
Pare che le attuali pratiche di autoflagellazione pubblica siano in parte collegate al movimento eretico del XII secolo noto come flagellanti, che ovviamente in molte zone si è innestato su tradizioni pagane precedenti (da Iside in Egitto a Lupercalia a Roma, passando per un buon numero di culti locali sostanzialmente ignoti).
Nonostante i tentativi che la chiesa ufficiale fa per metterle al bando, oggi esistono diverse tradizioni locali nel mondo cristiano che hanno a che fare con l’autoflagellazione pubblica, come ad esempio i Penitenti messicani, quello brasiliani e quelli di Cutud, Filippini, che per Pasqua si fanno crocifiggere.
Molte altre sono le processioni che hanno trasposto in modo simbolico l’autoflagellazione come quella di Montagnareale o quella dei Vattienti di Novera Terinese o dei Battenti di Verbicaro.
Fuori dall’alveo cristiano, in Iran ogni anno si tiene la commemorazione dell’uccisione di Husayn ibnAli, con autoflagellazione pubblica per avvicinarsi al dolore del martire.
Le pratiche dell’autoflagellazione privata, come quella praticata da molti membri dell’opus dei e più in generale da milioni di cattolici nella storia, probabilmente sono da interpretarsi in modo completamente diverso. Con i flagellanti si assiste ad un grande carnevale pubblico di sangue ed eccesso, di ostentazione di coraggio e di effervescenza collettiva; in un certo senso, è un’esibizione oscena del corpo in tutta la sua carnalità e materialità.
La pratiche di autopunizione periodica consumate di nascosto, invece, sono solitamente mirate ad ottenere il distaccamento della mente, che cerca di elevarsi, dal corpo, che è corrotto per definizione. Con tutto quello che ne consegue in termini di autoerotismo masochista.
Guardando queste immagini non si può fare a meno di pensare al concetto di tradizioni antiche e, quando si parla di tradizioni, bisogna sempre tenere presente l’invenzione della tradizione…
Non esistono tradizioni pure che si tramandano da secoli, in nessun luogo del mondo… riti, feste, miti, sono il prodotto di una rielaborazione continua, di un imbastardimento, di necessità religiose, politiche, economiche…
“Le tradizioni che ci appaiono, o si pretendono, antiche hanno spesso un’origine recente e talvolta sono inventate di sana pianta“, Eric J. Hobsbawn.
June 7th, 2007 at 20:39
I battenti di Verbicaro
http://www.museodellafesta.it/Verbicar/Indice.htm
http://www.museodellafesta.it/Verbicar/note03.htm
http://www.museodellafesta.it/Verbicar/note06.htm
http://www.museodellafesta.it/Verbicar/note08.htm
la notte del Giovedì Santo a Verbicaro (CS),
una festa che si vive respirando odore di sangue
rappreso e vino (disinfetta l’animo e le ferite).
June 11th, 2007 at 14:35
ciao
sull’invenzione della tradizione segnalo queste 2 righe dal testo di Eric J. Hobsbawn:
http://dannyreviews.com/h/The_Invention_of_Tradition.html
mi sembrano interessanti anche questi materiali collegati:
http://www.associatedcontent.com/article/65674/the_invention_of_tradition_edited_by.html
http://enquete.revues.org/document319.html
http://virtualstoa.net/2006/11/20/the-invention-of-tradition/
c’è un altro testo molto interessante su argomenti relazionabili aquelli di Halbwachs, che si può scaricare per intero qui:
http://classiques.uqac.ca/classiques/Halbwachs_maurice/memoire_collective/memoire_collective.html
ciao
org
June 19th, 2007 at 18:26
ciao,
appena trovo un po’ di tempo ti traduco il pezzo di questo libro (http://overmundo.com.br/banco/artes-da-tradicao-livro-de-gilmar-de-carvalho), “Artes da Tradiçao”), che racconta in modo assolutamente pregevole la storia del “leader” dei penitenti della Barbalha, Joaquim Mulato
ciao,
carloz
June 18th, 2008 at 17:04
crocefissione a Cebu, Filippine
http://www.youtube.com/watch?v=ZK0PkQI76fQ