Sole
Thursday, June 28th, 2007
“Keep your eyes on the sun and you will not see the shadows“
(proverbio degli Aborigeni Australiani)
Milton: Lascia che te lo dica figliolo, il senso di colpa è come un sacco di mattoni, non devi fare altro che scaricarlo. Per chi è che ti incolli tutti quei mattoni si può sapere? Dio…? E’ così, Dio… Beh Kevin, ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio: a Dio piace guardare, è un guardone giocherellone. Riflettici un po’. Lui dà all’uomo gli istinti, ti concede questo straordinario dono e poi che cosa fa, te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento, per farsi il suo bravo cosmico spot pubblicitario del film, fissa le regole in contraddizione! Una stronzata universale! Guarda ma non toccare… Tocca ma non gustare… Gusta ma non inghiottire. Ahahah! E mentre tu saltelli da un piede all’altro lui che cosa fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate! Perché è un moralista, è un gran sadico! E’ un padrone assenteista, ecco che cos’è! E uno dovrebbe adorarlo? No mai!
Kevin: Meglio regnare all’inferno che servire in paradiso, non è così…?
Milton: Perché no. Io sto qui col naso ben ficcato nella terra e ci sto fin dall’inizio dei tempi. Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare, a me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato e sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato nonostante le sue maledette imperfezioni! Io sono un fanatico dell’uomo! Sono un umanista… Probabilmente l’ultimo degli umanisti…
(dialogo tratto da: The Devil’s Advocate – via: Rev. Cosmic Egg)
Dalla notte dei tempi il cambio di direzione che il sole compie tra il 21 e il 22 giugno, riprendendo la sua corsa sull’orizzonte, è stato salutato come l’inizio di un nuovo periodo di vita. Questo giorno, detto solstizio estivo, è ancora oggi ricordato e atteso, in quanto primo giorno d’estate, ed è associato alla magica festa di San Giovanni Battista.
Il sole, per l’uomo principale fonte di vita, muta il suo cammino sull’orizzonte e sembra fermarsi, sosta, per alcuni giorni in un punto preciso, sorgendo e tramontando sempre nella stessa posizione, finché, il 24 giugno (e il 25 dicembre) ricomincia a sorgere, giorno dopo giorno sempre più a sud sull’orizzonte (a giugno, e sempre più a nord a dicembre), determinando in maniera graduale l’allungarsi o l’accorciarsi delle giornate.
Fin dall’antichità gli uomini si erano resi conto di questi cambiamenti e avevano celebrato l’evento con diversi festeggiamenti. Gli antichi greci chiamavano il solstizio estivo “Porta degli uomini“, poiché, nella loro mitologia, era il momento in cui le anime uscivano dalla caverna cosmica.
I solstizi erano anche festeggiati dalle grandi civiltà dell’America precolombiana, in Perù per esempio, il dio sole, Inti, che era anche l’Imperatore, riceveva grandi sacrifici di animali ed offerte naturali, in modo propiziatorio perché i raccolti estivi fossero abbondanti.
Il cristianesimo ha poi addomesticato queste feste ed usanze facendole coincidere con importanti elementi delle propria teologia, la nascita di Cristo, e quindi il Natale, con il solstizio d’inverno e la festa di San Giovanni con quello estivo.
Su tutto ciò che entra nel mondo dei nomi e delle forme, un nome è inflitto, una forma imposta, ma se l’orecchio interiore presta ascolto alla melodia segreta, alla pura musicalità dell’essere, si è liberi interiormente, quali che siano le maschere sociali via via indossate.
Non si è le varie persone successivamente interpretate, sotto la maschera si rimane senza volto; si è un vuoto risonante, una cassa armonica.
Una mente ottusa e secolare reprime questa interiore musicalità: la maschera mondana diventa la pelle del viso. Allora l’idea che essa possa esserci strappata, getta nel terrore; tutto si affronta pur di non perdere la faccia.
Attinta l’esperienza metafisica, viceversa, il proprio viso non è altro che la mascera adottata per caso all’atto di entrare nel mondo caduto, dove maledizione vuole che si pratichino i giochi illusori legati al nome e alla forma, mentre chi ha conosciuto l’esperienza metafisica lascia che la propria forma li pratichi senza mai scordare che di gioci illusori si tratta.
(more…)
…nella sua essenza impersonale e infinita:
Quando questa è turbata e si disperde negli oggetti molteplici, si chiama mente;
quando è persuasa d’una sua intuizione, si chiama intelligenza; quando stoltamente si identifica con una persona, si chiama io; quando invece di indagare in modo coerente, si frammenta in una miriade di pensieri vaganti, si chiama coscienza individuale.
Quando il movimento della coscienza, trascurando l’agente, si protende verso il frutto dell’azione, si chiama fatalità (karma); quando si attiene all’idea “l’ho già visto prima” in rapporto a qualcosa di visto o di non visto, si chiama memoria.
Quando gli effetti di cose godute in passato persistono nel campo dela coscienza anche se non si vedono, si chiama latenza inconscia.
Quando è consapevole che la molteplicità è illusoria, si chiama sapienza.
Quando, in direzione opposta, si oblia nelle fantasie, si chiama mente impura.
Quando si intrattiene nell’io con le sensazioni, si chiama sensibilità.
Quando resta non manifestata entro l’essere cosmico, si chiama natura.
Quando crea confusioni tra realtà e apparenza, si chiama illusione (maya).
Quando si discioglie nell’infinito, si chiama liberazione.
Pensa: “sono legato” e c’é l’asservimento; pensa: “sono libero” e c’é la libertà.
Finalmente riusciamo a mettere in ordine alcuni post sulle pratiche religiose di autoflagellazione, ringraziamo per i contributi orgone, carl0z e void.
Pare che le attuali pratiche di autoflagellazione pubblica siano in parte collegate al movimento eretico del XII secolo noto come flagellanti, che ovviamente in molte zone si è innestato su tradizioni pagane precedenti (da Iside in Egitto a Lupercalia a Roma, passando per un buon numero di culti locali sostanzialmente ignoti).
Nonostante i tentativi che la chiesa ufficiale fa per metterle al bando, oggi esistono diverse tradizioni locali nel mondo cristiano che hanno a che fare con l’autoflagellazione pubblica, come ad esempio i Penitenti messicani, quello brasiliani e quelli di Cutud, Filippini, che per Pasqua si fanno crocifiggere.
(more…)
Infastiditi riportiamo l’attenzione su un bel documentario realizzato da Heidi Ewing e Rachel Grady, candidato all’Academy Award 2007, vincitore del Tribeca Film Festival: Jesus Camp.
Il video descrive, senza voci fuori campo, il lavoro di una educatrice militante evangelista cristiana, la pastora Becky Fischer; e racconta un campo estivo cristiano da lei imbastito. Qui i bambini imparano a diventare devoti soldati dell’esercito di Dio e sono educati a “riconquistare l’America per Cristo“. Questo genere di iniziative fa parte dell’educazione degli aderenti al movimento dei cristiani rinati, born again Christian, fedelissimo di Bush e facente capo politicamente a Karl Rove, suo consigliere. Ottanta milioni di fanatici che, indottrinati a credere che il global warming sia una bugia e l’aborto un crimine, con tecniche di lavaggio del cervello e infiltrazione politica, puntano a costruire una nuova classe che guidi il paese all’interno di un quadro ultraconservatore.
Sottoposti al mindfucking, martellati in continuazione con slogan e ricatti affettivi e psicologici, i bambini li assorbono e in una sola mossa risolvono tutti i loro problemi: desiderio di accettazione da parte dei genitori che li indottrinano, fine delle incertezze, soddisfazione del senso di appartenenza. Il tutto condito con rituali collettivi di forte impatto emotivo, con la ricerca di una forte atmosfera mistica. I bambini di Jesus Camp partono dall’età di quattro o cinque anni e vengono istruiti privatamente, disprezzando la scuola pubblica in quanto possedimento culturale di comunisti e senza dio.
(via: fastidio.noblogs.org e www.freddynietzsche.com) – [ scarica il video – sottotitoli italiani ]